Primitiva Originaria
Il progetto Primitiva nasce da un esigenza di ricerca su elementi primari che abitano la corporeità. Si potrebbe definire una sorta di viaggio mnemonico all'interno della più antica percezione di se. Sensazione animalesca al contempo forte impulsiva e fragile. Ridurre tutto ad una partitura organica dei minimi termini; quali respiro, contrazione, battito, spostamento. Primitiva è una parola che richiama un tempo lontanissimo, talmente lontano da non poter nemmeno essere immaginato. Forse per questo restano poche e chiare sensazioni che ci collegano a questa radice. La coreografia è anche utopia. L'utopia di ricollegarsi e riscoprire l'origine di impulsi sconosciuti creati da noi con tutto il timore che ne consegue nel percepire sottopelle una natura che non sapevamo abitarci, o che forse solamente abbiamo intuito. La ricerca che richiama ad una temporalità lontana residente in noi stessi, il collegamento con memorie primarie per poter giungere in questa zona originaria autentica, sono allo stesso tempo strettamente connesse anche ad una relazione con il luogo che ospita il corpo. Un'ambiente in continua lenta modifica generato da un tempo autonomo non controllabile o modificabile dall'uomo.
Geografie dell'istante
D'istinto dico che l'istante è la frazione minima temporale che attiva il tempo dell'anima, della coscienza. Basta un istante; un breve attimo di una cosa che notiamo, o ci permettiamo di notare che una reazione nel corpo avviene; questa risuona all'interno di una mappa fisico emotiva che risiede dentro noi, genera energie, stimola percezioni. L'istante si muove tra le fratture di un tempo ordinato, coglie scuote, pizzica la geografia dell'anima. Muta il corpo in funzione di quello che è stato. Attiva il corpo nel momento e costruisce una memoria che sarà possibile richiamare o ritrovare in caso venga stimolata.
Si aprono gli occhi, si respira, agiscono impulsi, brevemente azzanna un tempo normale, riattiva il paesaggio emotivo e muscolare. Reazioni, forti, sottili, impreviste, intime non cronologiche.
'Geografie Sospese'
Il secondo e ultimo capitolo di “Geografie” sarà un quartetto, composto da tre danzatori ed una danzatrice. La coreografia scaturirà dalla combinazione tra corpo ed oggetto: i danzatori utilizzeranno un bastone di legno di circa un metro, come estensione del proprio corpo e – conseguentemente – del movimento. Questo elemento crea, infatti, una relazione dialettica tra il danzatore ed un punto preciso, sospeso fuori dal proprio corpo, ovvero una connessione diretta e inconfondibile tra corpo e luogo, un ponte che parte dall'umano e finisce nel vuoto. Si combinano in questo modo la fisicità della danza e lo sforzo nell'utilizzo dell'oggetto, innescando così una trasformazione della cinetica, che inizia nel corpo e termina in un luogo esterno all'atto fisico. Si dà vita e segno ad un luogo sospeso, al di là della corporeità, ma strettamente connesso ad essa.
Residenza creativa a cura di C.L.A.P.Spettacolodalvivo – Circuito Lombardia Arti Pluridisciplinari